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Asteroidei

Sono le celebri stelle marine, dal corpo fortemente depresso e di solito con cinque braccia, tutt’al più ramificate.

È perfettamente distinguibile la superficie orale da quella aborale. La prima è rivolta verso il substrato e porta al centro la bocca dalla quale si dipartono le cinque zone ambulacrali; la seconda porta in posizione eccentrica e in due interradii differenti l’ano e il madreporite.

La parete del corpo si compone di un’epidermide provvista di ciglia il cui movimento permette l’eliminazione del detrito che si può depositare sopra il corpo; al di sotto di tale tessuto si colloca il derma nel quale è “incastrato” lo scheletro (quindi un endoscheletro). Lo scheletro è composto da piastre separati disposti a reticolo; la forma delle piastre varia ed è un carattere utile alla determinazione specifica. Da questo reticolo ipodermico protrudono sulla superficie altre piastre che compongono le spine e i tubercoli presenti in tutte le specie in maniera più o meno evidente (un caso estremo è la stella mangiatrice di coralli nelle omonime barriere, Acanthaster planci).

Ogni braccio è fornito di piastre ambulacrali ed adambulacrali il cui primo paio in corrispondenza della bocca forma i cosiddetti denti dello scheletro boccale.

Come gli Echinoidei, sono provvisti di pedicellarie e papule.

Il sistema acquifero è ben sviluppato ed è adibito alla locomozione. Ogni braccio possiede un canale radiale originatosi dal canale anulare (situato nel disco); dal canale radiale partono i canali laterali i quali comunicano con le ampolle e i pedicelli lungo tutto il braccio.

Per quanto riguarda la riproduzione, sono di norma gonocorici. Non sono tuttavia rari i casi di ermafroditismo insufficiente non contemporaneo; per lo più si ha proterandria, come in Asterina gibbosa dove gli individui più piccoli sono maschi e, solo dopo aver raggiunto una certa taglia, diventano femmine. La fertilità è massima poiché una femmina può produrre fino a 2.500.000 uova nell’arco di un anno. La fecondazione è esterna; nelle specie che vivono in acque più fredde si è evoluta una sorta di cura parentale attraverso l’incubazione di uova grosse e ricche di tuorlo su apposite tasche della superficie corporea; da tali uova si ha sviluppo diretto. La maggior parte degli Asteroidei ha tuttavia larve planctotrofiche, in sequenza temporale la bipinnaria e la brachiolaria. Solo quest’ultima si fissa sul fondo con piccole braccia situate sul lato anteriore del loro piccolo corpo. Non cresce immediatamente una stella in miniatura, ma si forma uno stadio peduncolato tipo crinoide dal quale, solo dopo una completa metamorfosi, si libera una piccola stella di mare più piccola di 1 mm.
Ben nota è la caratteristica delle stelle marine di avere la possibilità di rigenerazione di parti mancanti del corpo. Questa si può considerare come una vera e propria riproduzione asessuata. Soprattutto il genere Linckia è stato esaminato in laboratorio poiché il taxon si caratterizza per una notevole capacità di rigenerazione. Nel genere Asterias è necessaria la presenza di almeno un quinto del disco. La rigenerazione è ben nota ai mitilicoltori e, soprattutto, alle cozze che essi allevano. Quando gli allevatori si trovavano di fronte ad un vero e proprio assedio di stelle marine, provvedevano a tale attacco attraverso la lacerazione del corpo. Il risultato era che la popolazione di stelle marine nell’allevamento dopo qualche tempo aumentava a dismisura.

I primi resti fossili di Asteroidei risalgono all’Ordoviciano. Tuttora la classe comprende circa 2000 specie di cui 23 nei mari italiani. Vivono sia su fondi duri sia mobili.
Sono animali macrofagi predatori, soprattutto di molluschi, altri echinodermi e pesci. Le specie a braccia corte ingeriscono in toto la preda e poi ne rigurgitano le parti dure; quelle a braccia lunghe estroflettono lo stomaco all’esterno avvolgendo la preda, al quale è digerita all’esterno del corpo. Si riscontra, come negli Echinoidei, il caso di specie filtratici.

La classe si divide in due sottoclassi: Somasteroidea ed Euasteroidea.

I Somasteroidei comprendono una sola specie vivente (Plataisterias latiradiata) delle coste pacifiche del Messico. Si ipotizza che da questa sottoclasse siano derivati gli Ofiuroidei.

Ofiuroidei

Si immagina spesso che le stelle serpentine (così come sono note volgarmente) siano una “varietà” delle stelle marine. In realtà esse fanno parte di una classe ben distinta, comunque correlata da un punto di vista evolutivo.

Si distinguono facilmente dagli Asteroidei per la netta distinzione fra disco centrale e braccia; queste ultime sono sottili e flessibili e a sezione circolare. La loro grandezza è variabile; si raggiungono valori di 30 cm per il solo disco nelle Euriale (gli Ofiuroidei più grandi) nelle quali le braccia possono essere ramificate. Il disco ha forma pentagonale e il numero di braccia che originano da esso sono generalmente cinque.

Lo scheletro delle braccia si compone delle cosiddette vertebre. Ciascuna di esse è formata da quattro piastre (aborale, orale e due laterali) e ogni complesso vertebrale si articola col precedente e il successivo. Contrariamente alle classi precedenti, mancano papule e pedicellarie, ma persistono i podia, disposti in doppia fila a costituire delle piccole papille a funzione sensoria.

Al centro della superficie orale del disco sono presenti numerose piastre che circondano la bocca; queste piastre formano cinque mascelle con forma triangolare con l’apice diretto verso il centro. Anche il madreporite è estremamente modificato in quanto esso è una piastra orale modificata.
Sono per lo più animali detritivori o filtratori. Nel primo caso catturano le particelle organiche depositatesi sul fondale attraverso i tentacoli; in nutrimento viene così portato alla bocca tramite il movimento di ciglia sulla superficie del corpo. Nel secondo caso catturano le particelle lungo la colonna d’acqua attraverso una rete di muco tenuta dalle braccia. La rete viene poi totalmente digerita con tutto il nutrimento catturato.

Si conoscono inoltre specie carnivore e commensali epizoiche.

Per quanto riguarda la riproduzione, si hanno sia specie gonocoriche che ermafrodite proterandriche. Si conoscono specie con maschi nani trasportati dalle femmine.
La larva che viene prodotta è un ofiopluteo; la sua caratteristica è che metamorfosa quando è ancora planctonica.

Come gli Asteroidei, gli Ofiuroidei hanno la capacità di rigenerare le braccia perse.

Sono noti fin dal Carbonifero. Annoverano circa 1800 specie viventi, di cui 23 nei mari italiani. Vivono a tutte le profondità e a tutte le latitudini. Sono animali fortemente coloniali.
Si suddividono in due ordini: Ophiurae ed Euryalae.

Le Ofiure hanno braccia non ramificate. Le specie italiane più comuni sono: Amphiura chiajei, tipica di fondi mobili,Ophyomyxa pentagona, di fondi detritici, ecc.

Le Curiale hanno braccia ramificate le quali possono flettersi orizzontalmente e verticalmente come dei tentacoli. L’ordine comprende specie tropicali. Nel Mediterraneo è presente una sola specie: la bellissima Astrospartus mediterraneus, con un disco di 8 cm e un diametro totale di 40 cm, tipica di fondi rocciosi e a gorgonie fra 50 e 200 m.

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